MUSEO

Ubaldo Bartolini, Olio su setola, 1972 - Edgardo Mannucci - Idea 1985, 1985
LA COLLEZIONE DEL CART

La collezione del CART, il cui elenco è stato elaborato secondo un criterio scientifico basato su un’idea di sinergia con collezioni pubbliche di riferimento (Enti e Pinacoteche delle Marche) accanto alla collezione di opere di Valeriano Trubbiani del Comune di Falconara Marittima, comprende un corpo di opere di una selezione dal primo Novecento marchigiano e del secondo Novecento attraverso la presenza di alcuni significativi artisti dei movimenti delle neo avanguardie: Arte Pop, Arte Concettuale, Transavanguardia, Anacronisti e Neomanierististi.
Alcuni degli artisti presenti:
Ludovico Spagnolini, Bruno Da Osimo, Biagio Biagetti, Edgardo Mannucci, Orfeo Tamburi, Ubaldo Bartolini, Corrado Cagli, Umberto Peschi, Mario Giacomelli, Wladimiro Tulli, Giorgio Bompadre, Walter Valentini, Giosetta Fioroni, Gianni Bertini, Concetto Pozzati, Elio Marchegiani, Piero Gilardi, Lucia Marcucci, Luciano Ori, Vettor Pisani, Enzo Cucchi, Luigi Mainolfi, Omar Galliani, Andrea Granchi, Roberto Barni, Carlo Bertocci, Piero Pizzi Cannella e Omar Galliani.



Sala pirografie Trubbiani
SALE TRUBBIANI

Nelle sale del CART trova posto, in maniera permanente, un importante corpus di opere di Valeriano Trubbiani (Macerata 1937) che va dal 1970 al 1993 acquistato dal Comune di Falconara Marittima nel 2004 e dedicato a Giacomo Leopardi (Recanati 29 giugno 1798 – Napoli 14 giugno 1837). Sono presenti 12 pirografie realizzata dal 1993 al 1997 sul tema Leopardi Viaggi e Transiti, e 10 disegni (datati tra il 1979 e il 1987), 8 incisioni (che vanno dal 1987 al 1998) e una scultura (1990) che hanno per soggetto le opere del poeta recanatese. Trubbiani, artista di chiara fama, ha riletto in maniera intima e personale il pianeta del poeta recanatese, restituendo all’osservatore un Leopardi decodificato dal suo personalissimo linguaggio artistico.


Gino De Dominicis, Senza titolo, 1995, tempera su tavola
RACCOLTA GINO DE DOMINICIS

Difficilmente riscontrabile in altri Musei o raccolte di arte contemporanea, all’interno del CART (nell’ambito degli artisti marchigiani), è possibile trovare un intero spazio riservato a Gino De Dominicis (Ancona, 1947 – Roma, 1998), figura tra la più emblematiche e controverse del panorama artistico italiano del secondo dopoguerra. Artista complesso ed enigmatico espresse la propria poetica attraverso le più diverse tecniche (egli stesso si definì pittore, scultore, filosofo e architetto). Difficilmente inquadrabile in una precisa corrente artistica, la sua opera si caratterizza invece per una totale indipendenza dalle varie correnti artistiche succedutesi dal dopoguerra ad oggi. In vita fu circondato da un alone di mistero e di irreperibilità, soprattutto per la sua volontà di isolare il proprio lavoro dall’omologazione del mondo dell’arte, centellinando sia mostre che apparizioni pubbliche. Per sua scelta non furono mai pubblicati cataloghi o libri sula sua produzione artistica, né attribuì alla fotografia alcuna valore documentario o pubblicitario della propria opera. De Dominicis deve buona parte della sua fama ad alcune performance come quella tenutasi alla Biennale di Venezia nel 1972.



Claudio Cintoli, Uovo ruggine, 1973-75, olio su tela incollata su legno
SALA LETTURA CLAUDIO CINTOLI

Inquadrato dalla critica (in particolare per la sua opera a cavallo tra gli anni Sessanta a Settanta) come in una linea prospiciente dell’arte concettuale, a Claudio Cintoli (Imola 1935 – Roma 1978) viene dedicata al CART una sala lettura nella quale è possibile confrontarsi con quell’aspetto della sua produzione artistica relativo all’ambito strettamente figurativo, per una pratica del disegno e della pittura che in Cintoli, fin dagli anni giovanili, non è mai venuta meno, ma che, trasversalmente alla sua produzione più ampiamente conosciuta e per la quale si è rivelato all’attenzione del pubblico e dei critici, egli ha pressoché sempre praticato. Sono esposte tre opere emblematiche del percorso artistico di Cintoli che individuano altrettanti ambiti tematici caratteristici della sua opera.
L’uovo è un giardino che può schiudersi al volo e l’orizzonte del mare sono le ali tese del gabbiano” 
Claudio Cintoli